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Una lettera di Leone Ginzburg a Giorgio Colli

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Archivio Giorgio Colli - Firenze - Galleria immagini

La lettera di Leone Ginzburg del 13 agosto 1939 [leggi] documenta il primo contatto, indiretto, di Colli con la casa editrice Einaudi (di cui Ginzburg era fondatore e principale animatore) ma è anche la prima recensione scritta sul lavoro di tesi del giovane Colli, Politicità ellenica e Platone (1939). Colli incomincerà la sua collaborazione ventennale con la casa Einaudi, Ginzburg ancora vivo, nel 1943 su invito di Felice Balbo.

La prima conoscenza con Ginzburg risale agli anni del liceo D'Azeglio che Colli frequentò dal 1929 al 1935. I registri del liceo documentano che Ginzburg insegnò nella classe di Giorgio Colli, Carlo Casalegno e Giorgio Vaccarino dal 4 aprile al 21 maggio 1933 (I liceo, corso B). Dagli stessi registri emerge anche il fatto che Colli non ebbe mai come insegnante Cesare Pavese contrariamente a quello che si è creduto. Pavese insegnò negli anni 1934/35 nel corso A ed ebbe tra i suoi allievi Fernanda Pivano. È quindi probabile che la conoscenza personale con Pavese risalga agli anni '40 all'inizio della collaborazione di Colli con la casa editrice Einaudi. Colli stesso ricorderà un incontro con Pavese a Torino nell'immediato dopoguerra nel quale propose la traduzione delle opere di Nietzsche e Schopenhauer.

La lettera di Ginzburg, sebbene negativa riguardo alla possibilità di pubblicare il lavoro di tesi di Colli, risulta assai interessante nel far emergere alcuni temi che saranno caratteristici nello sviluppo intellettuale di Colli ma che ancora non potevano essere del tutto maturi. Ad esempio quello della necessità di andare oltre il paradigma dello 'storicismo' verso una nuova dimensione filologico-filosofica della ricerca. Gli appunti critici di Ginzburg segnano forse l'inizio di un approfondimento più radicale del percorso "intuito" da Colli che prenderà un intero decennio fino alla pubblicazione del Physis kryptesthai philei. Studi sulla filosofia greca (1948).

Dalla lettera pare comunque chiaro l'interesse di Ginzburg, in quegli anni molto impegnato come editor e alla ricerca di nuovi traduttori e autori per la casa editrice, per questo giovane studioso. I tragici eventi della guerra, purtroppo, hanno negato loro la possibilità di un nuovo incontro. 

 > Leggi la lettera di Ginzburg